Governo blocca la connessione VPN: varata la nuova legge contro la libertà online
Nasce Piracy Shield, il sistema che fa chiudere gli streaming illegali in 30 minuti; protestano le società di VPN: misura poco etica.
La lotta alla pirateria di contenuti protetti da copyright continua ad essere un argomento di dibattito nell’era digitale.
Per contrastarne la diffusione, il Governo italiano ha recentemente dato il via alla Piracy Shield, una piattaforma progettata per combattere la diffusione illegale di contenuti in streaming online.
Questa iniziativa, attiva dal 31 gennaio, mira a oscurare automaticamente i siti che trasmettono illegalmente contenuti protetti da copyright.
In particolare, i siti colpiti sono quelli che permettono agli utenti lo streaming illegale legato alla Lega Calcio Serie A, che ha stretto una collaborazione per bloccare le trasmissioni illecite entro 30 minuti dalla segnalazione. Ecco come funzionerà.
Il sistema funziona, ma c’è già chi contesta
Il funzionamento della Piracy Shield è basato sull’identificazione degli indirizzi IP e dei domini associati ai siti pirata, che vengono successivamente bloccati per prevenire la diffusione non autorizzata di contenuti a pagamento. Questo sistema ha fatto il suo debutto durante il recente match di Serie A tra Inter e Juventus, dimostrando di avere già alcuni effetti positivi nel contrastare la pirateria online. Tuttavia, l’implementazione della Piracy Shield ha suscitato una serie di reazioni contrastanti, con alcune società che operano nel settore delle Virtual Private Network (VPN) che hanno annunciato la chiusura delle loro attività in Italia a causa delle restrizioni imposte dal nuovo sistema anti-pirateria.
Un esempio lampante è AirVPN, rinomata società italiana nel settore delle VPN, che ha comunicato la cessazione delle operazioni nel paese a partire dal 19 febbraio. La decisione di AirVPN è stata motivata dall’introduzione del Piracy Shield da parte di AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Secondo quanto dichiarato dall’azienda stessa, il Piracy Shield impone agli operatori di VPN di bloccare gli IP pirata senza alcun controllo giurisdizionale o possibilità di contestazione in tempo reale. Inoltre, i criteri di blocco sono determinati da entità private autorizzate, senza alcuna verifica da parte di terzi o possibilità di sanzioni in caso di errori.
Limitazione della libertà virtuale o misura necessaria?
Questa decisione ha scatenato un ampio dibattito sulla libertà online e sulla responsabilità degli operatori di servizi VPN. Alcuni sostengono che la chiusura delle VPN possa limitare la libertà degli utenti di navigare in modo anonimo e sicuro su internet, mentre altri ritengono che sia necessario contrastare in modo più efficace la pirateria online per proteggere i diritti d’autore e promuovere un ambiente digitale sicuro per tutti gli utenti.
In ogni caso, la chiusura di AirVPN in Italia è solo uno dei primi effetti del Piracy Shield, che si prevede possa avere un impatto significativo sul panorama della pirateria online nel paese. Resta da vedere se questa iniziativa sarà sufficiente a risolvere il problema della pirateria o se saranno necessarie ulteriori misure per contrastare efficacemente questa pratica illegale su internet.