Pensioni, l’INPS sta facendo la strage degli innocenti: migliaia di anziani sul lastrico
A volte, in particolari circostanze, l’INPS può avvalersi del diritto di sospendere le pensioni e pretendere la restituzione del denaro ricevuto: ecco quando può farlo e perché si deve stare attenti.
La pensione è il traguardo meritato di qualsiasi lavoratore. Dopo aver lavorato per tanti anni, è giusto ricevere una ricompensa anche quando ci si ritira ed è per questo che la pensione è vista da molti come un diritto irrinunciabile. Il reddito della pensione che spetta a ognuno viene calcolato in maniera differente, a seconda degli anni di contributi versati dal lavoratore, a seconda del tipo di professione (se dipendente o autonomo) e a seconda che il pensionamento sia stato spontaneo o meno.
La pensione è una mensilità che viene erogata regolarmente direttamente sul conto corrente del pensionato (anche se molti anziani ancora oggi preferiscono prelevarla direttamente tutta in contanti) e viene calcolata e distribuita dall’INPS.
Per quanto sia un diritto fondamentale del cittadino, tuttavia, per accedere alla pensione bisogna rispettare determinati requisiti e, in più, ci sono certi elementi che possono risultare incompatibili con la pensione. Ecco perché conviene conoscere bene le norme.
Pensioni INPS, le pensioni interrotte e restituite
L’INPS ultimamente ha fatto chiarezza su alcuni punti dopo due vicende che riguardano due cittadini andati in pensione con Quota 100. La prima ha visto un pensionato altoatesino che, dopo aver lavorato per un solo giorno come comparsa in un film e aver percepito lo stipendio netto di 77 euro, si è visto sospendere la pensione per i restanti mesi dell’anno e ha anche dovuto restituire tutte le mensilità già percepite nello stesso anno (circa 19.000 euro totali). Una cosa simile è accaduta anche a un cittadino veneto.
La soluzione dell’INPS è parsa a molti decisamente esagerata e a questo punto l’ente ha voluto fare chiarezza, specificando quali redditi sono compatibili e cumulabili mentre si è in pensione, soprattutto per chi si è ritirato attraverso le quote 100, 102 e 103.
Pensioni INPS, redditi non cumulabili con quote 100, 102 e 103
Come dichiarato ufficialmente dall’INPS, la legge italiana stabilisce alcuni casi di incumulabilità tra le pensioni e i redditi di lavoro. In particolare, per le quote 100, 102 e 103, “è prevista dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino a quando non si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia, la non cumulabilità con i redditi provenienti sia da lavoro dipendente che autonomo” […] Infine “in caso di mancato rispetto del regime di non cumulabilità, l’INPS è tenuta a sospendere la pensione e recuperare le mensilità pagate indebitamente“.
L’unico caso in cui è possibile continuare a lavorare mentre si è pensione è tramite la prestazione occasionale, purché i ricavi non superino i 5000 euro lordi all’anno e purché non sia una collaborazione regolare.