Tradimento del partner: se vuoi dimostrarlo finisci tu nei guai | Rischi dai 6 mesi ai 4 anni
Il confine tra sospetto e legalità è sempre più labile: ecco quando la ricerca della verità rischia di farti finire in guai seri.
Nel mondo moderno, il sospetto di un tradimento può spingere molte persone a diventare veri e propri investigatori privati.
Utilizzando dispositivi di registrazione e sorveglianza si possono ottenere prove concrete, in grado di supportarci nella rottura con un partner fedifrago.
Tuttavia, la sottile linea tra la ricerca della verità e il rispetto della privacy può portare a conseguenze legali significative.
La consapevolezza del funzionamento del diritto alla privacy può aiutarci a comprendere come difenderci dalle conseguenze legali di gesti dettati dal dubbio e dalla paura.
Registrazione al partner, come funziona a livello legale?
Se sorgono dubbi sulla fedeltà del partner, la tentazione di diventare un moderno agente segreto può essere irresistibile. Acquistare registratori, microspie o telecamere a circuito chiuso collegate allo smartphone sembra un’opzione facile per monitorare i movimenti del partner. Ma la vera domanda è: è legale registrare il proprio partner e utilizzare tali registrazioni come prova in una causa di separazione?
Innanzitutto, è importante sottolineare che registrare una conversazione con altre persone, anche a loro insaputa, è consentito dalla legge solo se chi compie la registrazione è fisicamente presente nello stesso luogo e tempo del registrato. In altre parole, il registratore deve partecipare attivamente alla conversazione per rispettare la legalità, incluso il caso delle registrazioni delle telefonate. La partecipazione alla conversazione implica il consenso implicito alla registrazione, rendendo le prove legalmente valide in una causa di separazione. Tuttavia, c’è un ulteriore criterio da considerare: la registrazione deve essere utilizzata per difendere un proprio diritto in tribunale.
Utilizzando prove ottenute illegalmente si rischia la reclusione
La situazione cambia radicalmente se si cerca di raccogliere prove in modo illecito, come nel caso di microspie nascoste o telecamere segrete per spiare il partner. Questo comportamento è palesemente illegale e le prove ottenute in questo modo non possono essere utilizzate in un procedimento di separazione per addebito. Il codice penale disciplina chiaramente queste pratiche come reato di interferenze illecite nella vita privata. L’art. 615 bis del codice penale punisce con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva e sonora, si procura indebitamente informazioni o immagini attinenti alla vita privata in luoghi di privata dimora.
La legge identifica i luoghi di privata dimora come quelli in cui le persone vivono le loro esperienze intime e private, tra cui la propria abitazione, lo studio professionale, l’auto e anche una camera d’albergo. D’altra parte, luoghi pubblici o aperti al pubblico sono esclusi da questa definizione. La norma si estende anche a chi divulga in pubblico queste informazioni o immagini attraverso qualsiasi mezzo di informazione. Lo scopo di questa legge è la protezione del diritto alla riservatezza della persona, sottolineato dagli articoli 2 e 14 della Costituzione.