Zucchero, l’orrenda malattia che l’ha distrutto: “Un massacro cerebrale” | Ecco oggi le sue condizioni
L’orrenda malattia si è insinuata in modo subdolo nella vita di Zucchero. Ecco le condizioni del cantante oggi dopo quello che definisce un ‘massacro celebrale’…
Troppo spesso le malattie dei personaggi famosi e dei cantanti spesso tendono a rimanere nascoste al pubblico, forse perché si pensa sempre di dover mantenere un’immagine pubblica solida o perché si ha paura che le persone riducano l’artista solo e solamente alla sua malattia.
Qualche volta questo segreto può essere sostenuto per preservare la loro carriera o per vivere il dolore in privato.
È una cosa che accade spesso e i diretti interessanti tendono a parlarne solo in seguito, quando le cose si sono ormai risolte.
È avvenuto così per tante persone, basti citare ad esempio Franco Battiato e Raffaella Carra. La loro assenza faceva circolare le voci ma la conferma è arrivata solamente dopo la loro morte.
L’orrenda malattia di Zucchero Fornaciari
Non è facile a livello psicologico affrontare la cura e la terapia quando c’è una estrema esposizione mediatica. È giusto che uno scelga da solo se rendere nota la malattia oppure no. Nessun giornale dovrebbe rivelarlo in modo arbitrario solo per acchiappare click.
A volte, alcuni personaggi del mondo dello spettacolo hanno sfruttato la loro esposizione mediatica per attirare l’attenzione su alcune malattia invisibili o poco conosciute, oltre che a sensibilizzare le persone a fare prevenzione e raccogliere fondi per la ricerca medica. Inoltre, aiutano a combattere lo stigma che c’è su alcune malattia. Di recente, durante una puntata di Domenica In, anche Zucchero Fornaciari ha parlato della terribile malattia che si è insinuata nella sua vita. Il suo messaggio di dolore ma anche di speranza arriva a tutti forte e chiaro. Ecco le sue condizioni raccontate a Mara Venier.
Il racconto del cantante
Come ha rivelato nel corso di un’intervista a Domenica In, Zucchero Fornaciari ha sofferto per moltissimo tempo di depressione cosa che gli ha lasciato una sorta di malinconia per tutta la vita. Spesso si tende a sottostimare la sofferenza che provoca questo tipo di disturbo.
A Mara Venier ha raccontato: “L’importante è che non si trasformi in depressione. Quello fu il momento peggiore, ma produssi anche le mie canzoni migliori. Durò dall’80 all’85 e arrivò perché mi ero separato, ero perso, non sapevo più dove stavo o dov’era casa mia. Tornai a casa mia, ma la sera rientravo alle 5 e mio padre alle 6 mi svegliava per lavorare nella terra. Mi sono stati molto vicini gli amici, in particolare uno, e poi piano piano mi sono dovuto ricostruire. Ho trovato un vecchio mulino, un rudere, dove vivo tutt’ora, e ho iniziato a ristrutturarlo. Mi ero imposto di avere una piccola gioia per almeno 10 minuti al giorno perché era un massacro cerebrale e di cuore tutto il giorno. Ma mi ha reso più forte, perché o affoghi, o ne esci”.