Renato Zero, l’annuncio è da brividi: “Una morte ingiusta” | Purtroppo è proprio così
“Non so cosa sia successo…”, il discorso dedicato ha commosso tutti: una scomparsa definitiva e sbagliata, che nessuno avrebbe voluto.
Le lacrime sembravano non finire mai, su quel palco. È accaduto tutto in concomitanza con il concerto di un famoso amico, che ha ascoltato l’accaduto in diretta.
L’annuncio riguarda proprio lui, Renato Zero. Il cantante romano è da sempre stato riconosciuto come una persona di estremo talento, ma anche generosa e attenta alle preoccupazioni altrui.
Con uno stile esuberante e sopra le righe, negli anni settanta Zero si era costruito addosso un personaggio che ha sconvolto il pubblico, ma gli ha garantito anche l’adorazione assoluta.
E se con la sua musica ha riempito gli stadi, dalle sue parole era evidente che una mancanza ci sia stata: quella di una famiglia a lui vicina.
Nessun legame, nessun rimpianto. O quasi.
Per anni, infatti, a causa del suo stile eccentrico e di una volontaria tendenza a giocare con il “proibito” del suo periodo di gioventù davanti alle telecamere, Renato Zero è stato creduto omosessuale. Nonostante sia un forte sostenitore della comunità LGBTQ+, e abbia abbracciato a pieno la sua posizione di icona queer, Zero si è dichiarato eterosessuale.
Il suo impegno nel lavoro, tuttavia, non gli ha mai permesso di avere una relazione stabile; Zero ha però sopperito alla mancanza di una partner fissa e di una famiglia sua adottando, nel 2003, il giovane Roberto Anselmo, che nel tempo lo ha reso nonno di due nipoti. Ed è proprio al concetto di famiglia che è andato il pensiero del cantante…
Il messaggio del cantante è dedicato alle famiglie
In occasione del concerto “4 volte 20”, che l’artista Albano Carrisi ha tenuto all’Arena di Verona per festeggiare il proprio ottantesimo compleanno, Zero ha voluto dedicare un pensiero al tema che gli sta tanto a cuore. “Non so che gli è successo a questa famiglia, i figli crescono da soli, i genitori lavorano troppo, il rapporto genitori-figli si riduce a un’ora la sera dove la stanchezza vince sul dialogo“.
Ha ripercorso la propria infanzia tamite un aneddoto da molti condiviso: “Una volta c’era il momento solenne del pasto quando si pranzava o si cenava che si stava tutti insieme e si sciorinavano un pochino i problemi, o anche le aspettative, perché la famiglia ci rappresenta, è la nostra dignità, è il potere d’acquisto di una felicità che dev’essere fatta con il padre, la madre, i figli ma soprattutto gli anziani, che stanno su una panchina attendendo una morte ingiusta“. Le sue parole forti hanno commosso sia Albano che il pubblico.