Carlo Verdone dice basta: “È la morte del cinema” | Decisione drastica
L’annuncio improvviso ha lasciato tutti senza parole. L’opinione durissima e senza filtri di Verdone sui recenti risvolti.
Severo ma giusto: le parole che Carlo Verdone ha rivolto agli ascoltatori in platea al Giffoni Film Festival in questi giorni sono shockanti per la loro durezza, ma hanno riscosso un enorme successo.
L’attore, d’altronde, è un uomo dalle forti opinioni, e lo ha sempre dimostrato esponendosi per difendere le proprie posizioni e il proprio lavoro.
Nonostante la natura comica della maggior parte delle sue pellicole infatti non è mai mancata una notevole critica sociale, figlia del cinema di Totò e di Paolo Villaggio, che col suo Fantozzi è diventato l’icona di una comicità dal sapore agrodolce, che ironizzava sulla realtà dell’Italia dei suoi anni.
Questa volta però Carlo Verdone ha deciso di non trasmettere il proprio messaggio tramite una pellicola cinematografica, ma rivolgendosi direttamente al pubblico: è arrabbiato, e non è l’unico.
Polemiche alla presentazione del suo ultimo film
In questi giorni, Carlo Verdone è stato uno degli ospiti del Giffoni Film Festival, la rassegna cinematografica dedicata al cinema per ragazzi che dal 1971 ha luogo in provincia di Salerno, per presentare il suo ultimo sforzo: si tratta della seconda stagione di “Vita da Carlo“, la serie che mette in scena una versione fittizia e comica della sua vita.
In quest’occasione Verdone ha avuto modo di parlare dell’esperienza sul set, dove ha collaborato con il cantante Sangiovanni, che nella serie interpreta se stesso ma viene reclutato dai produttori per interpretare un giovane Carlo Verdone. Per entrambi l’esperienza è stata illuminante, in quanto Verdone si è dovuto ricredere sulle sue capacità attoriali, mentre il giovane cantante si è dichiarato entusiasta, anche se in difficoltà per questo nuovo capitolo della sua vita. Poi però le domande si sono spostate su un tema molto più divisivo, che in questi giorni sta tormentando il web…
L’arrivo delle nuove tecnologie lo spaventa
Verdone è stato interpellato in merito allo sciopero degli sceneggiatori negli Stati Uniti, che in questi giorni ha visto coinvolti anche degli attori molto noti, e che ha bloccato intere produzioni; alcuni studios statunitensi hanno pensato di “aggirare” il problema facendo ricorso alle nuove scoperte in merito alle intelligenze artificiali, che consentirebbero loro di lavorare senza sceneggiatori e forse persino senza attori, ricreati artificialmente.
Verdone si è esposto senza mezze misure: “Scioperare per i propri diritti è sacrosanto. Gli algoritmi pretendono addirittura di definire il finale di un’opera, è una paraculata per agganciare i gusti della massa. Ma se nel nostro lavoro devono intervenire algoritmi e intelligenza artificiale è la fine del cinema, delle serie, di tutto.”, ha dichiarato.