Serena Bortone, il macigno che ha nascosto per anni: “Mi soffocava” | Solo ora se n’è liberata
Tutta la verità di Serena Bortone: così la conduttrice si è liberata di un macigno che ha soffocato la sua infanzia.
Serena Bortone è stata per diverse stagioni la regina del pomeriggio Rai con Oggi è un altro giorno, show che è stato cancellato e che ha visto l’uscita di scena della conduttrice.
In attesa di sapere se e come la Bortone verrà ricollocata in tv, lei ha continuato a mantenere un contatto costante e diretto con i suoi fan tramite social.
E, proprio attraverso il suo profilo Instagram, Serena Bortone si è liberata di un macigno che per anni l’ha soffocata. Ecco le sue parole.
Serena Bortone, il ricordo dell’infanzia
Le parole e i ricordi di Serena Bortone sono nati in seguito all’innocente domanda di un bambino incontrato per caso: “Ma tu sei Barbie?”. Con queste parole, il piccolo ha risvegliato i pensieri e i ricordi più lontani della ex conduttrice Rai che, come un fiume in piena, ha riportato a galla alcuni momenti della sua infanzia, quelli in cui rifiutava di giocare con le bambole perché le considerava solo un giocattolo imposto alle bambine.
“La voce dell’innocenza – come si suole chiamare il verbo dei più piccoli, mi ha portato ad interrogarmi sulla mia costante ricerca di rosa nell’abbigliamento – oggi tornato prepotentemente di tendenza anche per merito del film di Greta Gerwig (che non ho ancora visto)”. È iniziato così il lungo pensiero di Serena Bortone che, nei giorni di uscita del film Barbie, è riuscita a comprendere il perché della sua incessante ricerca di rosa nell’abbigliamento.
Serena Bortone, il segreto di bambina
“Ricordo perfettamente che, da bambina, non ho mai giocato con le bambole. Mi annoiavo e trovavo pretestuoso pretendere di fingere di essere una mamma che porta a spasso un passeggino con un bebè (perché quelli erano i giochi imposti alle bimbe della mia generazione) – ha continuato a scrivere la conduttrice Rai – . Ricordo che andai da mia madre e le dissi: le bambole non hanno senso, mi annoio, è tutto finto. Barbie però un po’ mi piaceva. Era bella, sexy e aveva una casa coloratissima. Non ho giocato neanche con lei, eppure il suo mondo rosa deve essermi restato dentro”.
A quel rifiuto di un tempo, però, corrisponde oggi qualcosa che accomuna molto Serena Bortone e la bambola simbolo per eccellenza dell’infanzia di molte bambine. “E oggi che in età matura mi vesto spesso di rosa, percepisco la libertà di essermi riappropriata di quello spazio di gioco mai goduto da bimba. Il rosa, il colore femminile per eccellenza che allora mi annoiava, forse mi soffocava, perché in qualche modo imposto, oggi è scelta di autoaffermazione – ha concluso lei – . Sono donna, rappresentata da mille sfumature di rosa. Così quando, due giorni fa, quel bambino mi ha chiesto se ero Barbie, sono stata felice, proprio come una bambina”.