Michele Placido, l’annuncio è drammatico: “Purtroppo è morto…” | Lutto dolorosissimo
La morte improvvisa ha colpito anche lui. Il racconto della sua vita commuove tutti: il grande attore dalle piccole origini.
Il triste annuncio riguardante Michele Placido ha commosso l’Italia intera, in ginocchio di fronte alla potenza attoriale del maestro che ha fatto sognare intere generazioni.
Placido, attore e regista di origini pugliesi, dopo un’iniziale carriera nelle forze dell’ordine a Roma, si è distinto nel panorama cinematografico italiano durante gli anni ’70, grazie alla collaborazione con registi del calibro di Mario Monicelli, Salvatore Samperi e Marco Bellocchio.
Proprio riguardo a Bellocchio l’attore si era di recente espresso, ringraziandolo per aver riconosciuto il suo talento: “Mi volle in Marcia Trionfale quando ero poco più che un ragazzino. Mi ha fatto capire l’importanza etica e morale del cinema. Marco è il mio grande maestro e lo è tutt’ora, sono onorato della sua stima“.
Tuttavia, dopo l’iniziale scalata al successo, ci fu un rallentamento drastico nella sua carriera. Per arrivare all’apice, Michele avrebbe dovuto aspettare una decina d’anni e il passaggio dal grande al piccolo schermo.
La critica che lo considerava mediocre nonostante il successo
Tutt’ora considerata tra le più famose serie TV italiane esportate all’estero, La Piovra è la serie che ha realmente lanciato Placido tra le star della recitazione. Serial televisivo incentrato sulle vicende del commissario Corrado Cattani, interpretato da un giovane Placido, su questa serie Placido si è espresso con un po’ di amarezza: “Proprio a causa di quella fiction sono stato a lungo snobbato da una certa critica”, ha raccontato.
Nonostante questa nota dolceamara, pare che non sia questo il più grande rimpianto dell’attore: interrogato sulla questione, ha dichiarato che ad addolorarlo per lungo tempo è stata la perdita del padre, morto a soli 50 anni.
Il ricordo del padre scomparso: orgoglioso di lui, ma…
Terzo di otto fratelli, Placido ha raccontato il legame col padre Beniamino, ingegnere di mestiere ma tristemente disoccupato durante l’infanzia dell’attore, in un’intervista recente: “Quando sono entrato all’Accademia (NDA: si riferisce all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico) mio padre provò un enorme orgoglio, andò in piazza urlando ‘mio figlio è entrato nella stessa scuola della figlia di Vittorio Gassmann, di Nino Manfredi, di Carmelo Bene’. Lo guardarono tutti, dicevano che era diventato pazzo“.
Anche la tenerezza di questo ricordo non basta a compensare il grande dolore provato: “Purtroppo è morto giovane, a 50 anni, e non mi ha mai visto né sul palcoscenico, né sullo schermo. Questo è il mio rimpianto“.