Maria Teresa Ruta, il dramma devastante colpisce la figlia | Un dolore troppo forte
Un dolore fortissimo ha sconvolto la vita di Guenda Goria. Il dramma devastante che ha colpito la figlia di Maria Teresa Ruta
Maria Teresa Ruta ama tantissimo i suoi due figli. Infatti, per lei essere diventata mamma è stata una grandissima avventura.
In un’intervista, ha raccontato: “Il mio più grande rimpianto è sicuramente non aver fatto più figli, mi sembra però che mi siano venuti benissimo.
Gianamedeo e Guenda sono due stelle stupende. Il mio fidanzato Roberto è padre di Manuel, un bravissimo ragazzo. in due abbiamo tre figli straordinari. Rimane il rimpianto di non aver figli assieme.”
Ora la sua vita è stata scossa da un dramma che ha colpito la figlia. Il racconto fatto dalla ragazza è veramente straziante.
Il dramma devastante che ha colpito la figlia di Maria Teresa Ruta
La figlia di Maria Teresa Ruta e Amedeo Goria, Guenda Goria, ha raccontato del dramma con cui combatte da anni. La ragazza è infatti ammalata di endometriosi, la malattia invisibile. Questa è una condizione cronica che colpisce le donne in modo particolare in età fertile. È stata proprio la ragazza a raccontarlo sui social network per dare un po’ di visibilità a questa patologia. Infatti, è molto difficile che venga diagnosticata per tempo. Inoltre, si è detta molto demoralizzata dopo questa diagnosi. Il dolore che provoca è davvero insopportabile. Ad oggi sono davvero pochi gli studi esistenti su questa malattia.
Guenda Goria ha raccontato in alcune storie su IG: “Cari amici, è tanto che non vi scrivo di me e della mia salute. Purtroppo, secondo l’ultima analisi che ho fatto, non potrò avere figli naturalmente. Vi confesso che sono stata molto giù. L’unica tuba che ho non funziona bene. Dovrei cominciare un percorso di fecondazione assistita ma ho paura”.
La vita senza rimpianti di Maria Teresa Ruta
Maria Teresa Ruta ha condotto una bella vita. Infatti, grazie al lavoro di inviata ha girato per tutto il mondo. La donna ha raccontato: “Ogni volta che viaggio e mi trovo in una comunità per bambini orfani, per donne vittime di violenza o per persone che vengono perseguite per la loro etnia, mi commuovo. Trovo che si possano fare con poco, cose veramente magnifiche. Il ricordo più vivo, però, è di quando sono andata in Brasile a conoscere le due bambine che avevamo adottato a distanza consentendogli, così, di andare a scuola.
Arrivati sul posto una terza bambina mi è corsa incontro e ha cominciato a picchiarmi. Ho chiesto a Don Bruno e a suor Maria Concetta come mai questa bambina si comportava così. Abbiamo scoperto che era gelosa del fatto che era stata scelta la sorella maggiore, in quanto la famiglia aveva stabilito così. Lei, però, si sentiva molto più brava, più pronta e intelligente e avrebbe voluto che quel privilegio fosse suo. Ovviamente, da quel momento anche lei ha potuto frequentare la scuola grazie a noi.”