Paolo Ruffini, un lutto che spezza il cuore: “Buon viaggio…” | Fiumi di condoglianze
“Finalmente potrai correre verso i tuoi sogni”: Paolo Ruffini, il duro addio, i fan scioccati all’improvviso, tragico avvenimento.
Paolo Ruffini, il suo addio turba il pubblico, se ne va l’emblema della condizione delle persone fragili e della vita dignitosa a cui aspirano e che meritano.
Si tratta della morte di Philippe Pozzo, l’imprenditore tetraplegico che aveva ispirato la pellicola francese – di cui sono poi stati fatti diversi remake – Quasi Amici.
Questo lutto riporta alla luce la situazione che vivono tante persone con disabilità, e la delicatezza di un’opera che ha commosso il mondo. La storia di Philippe è stata portata anche in teatro proprio da Paolo Ruffini, in una trasposizione che ha meravigliato spettatori e spettatrici anche grazie alla performance di Massimo Ghini.
Il racconto riguarda la toccante e insolita amicizia di due uomini appartenenti a classi sociali molto diverse, che trovano numerosi punti di incontro scambiandosi le rispettive prospettive di vita, dalla musica al modo di vivere, dall’arte al modo di interpretare le relazioni con gli altri: questo scambio, però, non snatura nessuno dei due amici, che rimangono interi nella loro autenticità.
L’augurio di Ruffini
Avendo interpretato uno dei due Quasi amici, Paolo Ruffini è stato toccato non poso dalla dipartita di Philippe Pozzo, a cui ha dedicato un post su Instagram.
“Buon viaggio Philippe”, scrive Ruffini nella didascalia, “finalmente potrai correre verso i tuoi sogni”: Ruffini si lascia andare a una metafora un po’ ingenua, ma di impatto, nell’augurio a Philippe che ci sia qualcosa dopo la morte da inseguire.
Dimentico che è una storia vera
Quella di Quasi Amici è una storia vera, ovviamente nella trasposizione cinematografica e in quella teatrale molti aspetti saranno, in qualche misura, romanzati. Ruffini pubblica la foto con Massimo Ghini nei panni dell’uomo d’affari francese in carrozzina: gli attori sono davanti a una immagine che raffigura i “veri” protagonisti, Philippe Pozzo e il badante Abdel Yasmin Sellou.
“A volte non ci penso che quello che porto in scena, è una storia vera, davvero”, scrive Paolo Ruffini nella didascalia al post. Questo è indicativo di come a volte la realtà supera l’immaginazione, e che l’amicizia è un collante fondamentale nella società, che può portare persone di colore diverso e diversa estrazione sociale a tenere l’uno all’altro, in un connubio di ricchezza culturale che stupisce.