Luca Barbareschi, la sofferenza scolpita nel suo cuore | Il triste messaggio arriva in diretta
L’espressione dell’ex deputato Luca Barbareschi cambia sensibilmente alla notizia in diretta: il pubblico soffre con lui.
Luca Barbareschi è ricordato, oltre che per la sua carriera da (ormai ex) deputato, per i successi nelle vesti di regista, attore e produttore. Si è raccontato negli studi di Domenica In, ma i risvolti sono stati inaspettati, soprattutto per il pubblico a casa.
Barbareschi ha incantato spettatori e spettatrici con la storia della propria vita e della sua movimentata carriera. Nel talk show domenicale è sceso anche, inaspettatamente, nei dettagli della sua esistenza e dei traumi subiti.
“Mancano due anni ai 50 anni di carriera”, ricorda bene Luca, iniziando la sua narrazione dagli esordi in America, dove trovò la sua fortuna.
“Ho cominciato con Gianni Minà e Ruggero Miti, portavo la valigia a Minà”, ricorda Luca Barbareschi, partito dal niente, con un lavoro umile, in un climax ascendente che lo porterà al suo successo attuale. Incontrò il pugile statunitense Mohammed Alì, che gli impartì una dura lezione di vita “cercavo di dargli dei cazzotti in una sorta di incontro, ma non riuscivo e mi diede lui un piccolo colpo. Sono caduto per terra, e mi disse ‘Alzati, Alzati’, lo feci e disse che ero un campione perché tutti cadono ma solo i campioni si rialzano.”
Barbareschi: l’uomo che si rialzò più volte
“Tante volte mi sono rialzato”, confessa Luca Barbareschi, e più avanti ricorda “mia mamma è scappata quando avevo 7 anni, ma non appartengo alla generazione del piagnisteo”. Barbareschi si mostra uomo forte, senza lacrime, imperturbabile parlando della donna che lo abbandonò quando era solo un bambino. Bisognerebbe chiedersi cosa c’è dietro questa assenza di “piagnisteo”.
Barbareschi si mostra però anche umile, ricordando l’insegnamento della sua compagna Elena sull’importanza della complicità tra due persone. “Quello mi ha fatto crescere un po’”, ammette lo showman.
La confessione di Luca Barbareschi in diretta
“Nella mia vita mi pento di non aver avuto più pazienza nell’ascolto degli altri e, soprattutto, di ascoltare i miei primi figli”, rivela Barbareschi, oscillando tra presunzione e disponibilità a imparare dai più giovani, due aspetti che mostrano l’ambivalenza, ma probabilmente anche la autenticità del produttore nel proprio racconto.
Si abbandona al ricordo dei figli, che sono ben cinque: “mi chiedono di essere come tutti gli altri”. Di certo non è facile fare i conti con un padre così noto, che è “tutti i giorni su tv o sui giornali” e inevitabilmente relega parte del suo tempo al pubblico.