Tragedia Ballando con le stelle: “La sua morte mi ha distrutto” | Malattia fulminante
Il racconto a cuore aperto, la morte a soli 28 anni, la tragedia colpisce anche gli spettatori: è un dolore grandissimo.
Ballando con le Stelle, il programma in cui i vip si cimentano nelle prove di ballo in coppia con professionisti della danza, è investito da un evento funesto.
Ciò che spesso accade in questo genere di programmi, tra reality e talent show, è lo svelarsi di eventi particolarmente significativi, che plasmano il carattere delle persone partecipanti, ed è anche attraverso tali episodi che il pubblico entra in empatia con “l’altra parte dello schermo”. Uno sfondamento della quarta parete che, in questo caso, è tanto forte quanto drammatico.
Una morte a soli 28 anni per aneurisma cerebrale sciocca i presenti in studio e il pubblico a casa, traspare la commozione dal racconto e la conduttrice accoglie la testimonianza con il calore che la contraddistingue.
“Quando ho saputo che era venuto a mancare è stato terribile”, questa una delle frasi pronunciate, che resta a mezz’aria senza saper davvero esprimere quel dolore profondo, celato anche grazie alla giovane età.
Il racconto nello studio di Oggi è un altro giorno: i commenti di Serena Bortone
Il 22 maggio Alessandro Egger, modello ed ex partecipante di Ballando con le stelle, si apre durante l’intervista a Oggi è un altro Giorno. Affronta i due eventi che più lo hanno segnato nella vita: il rapporto con il proprio corpo e la perdita di una persona importante in giovane età.
“Eri un bimbo cicciottino come tutti noi” commenta la conduttrice Serena Bortone, guardando le foto di Alessandro da piccolo. Cercavo l’amore, spiega il modello: talvolta per riempire un vuoto si va incontro a disordini con la propria immagine corporea, complessi che, senza dubbio, Alessandro è riuscito a superare. Ma la vera tragedia della sua vita è stata la morte del migliore amico.
Alessandro Egger: la morte del migliore amico
“Lui per me era un fratello; è stato l’unico ad avere quella sensibilità di cui avevo bisogno”, dice Alessandro Egger commosso, “Mi capiva immediatamente”. Un amico morto a soli 28 anni per aneurisma cerebrale, il trauma e la chiusura in casa senza mangiare né bere dopo la notizia della dipartita di Nelson, questo il suo nome.
“Ho cercato di fare il capogruppo. Lui era in America ed io, essendo il suo migliore amico in Italia, ho avvisato tutti e quando ci siamo ritrovati a Los Angeles al suo funerale è stata una festa“: Egger racconta così della celebrazione funebre, che, oltre ad essere un momento per ricordare chi abbiamo perso, costituisce anche un modo per esorcizzare il dolore con la propria comunità.